Chirurgia della mano
Il morbo di Dupuytren
Il morbo di Dupuytren consiste in una alterazione cronica e progressiva dell'aponeurosi palmare superficiale e di alcune formazioni anatomiche da essa dipendenti.
La lesione insorge limitatamente in alcuni dei fasci fibrosi longitudinali costituenti l'aponeurosi e si manifesta con un loro progressivo ispessimento e retrazione. Successivamente interessa un sempre maggior numero di fasci che si retraggono singolarmente sempre più, trasmettendo la loro retrazione ad una o più dita della mano. Ne consegue, come effetto più vistoso, l'ingravescente limitazione della loro estensione. La malattia è più frequente nell'uomo st. tra i 50 e i 70 anni.
Ha spesso un carattere ereditario ed è praticamente assente nella razza gialla e nera. Esistono centinaia di teorie e pubblicazioni riguardanti l'eziologia, ma nulla di realmente applicabile a tutti i casi. La malattia in genere si manifesta inizialmente con un nodulo sottocutaneo in corrispondenza della MF del IV raggio digitale con ombelicatura cutanea sovrastante.
A volte la malattia può rimanere stabile a questo stadio, ma spesso si assiste ad una evoluzione lenta o rapida verso la retrazione in flessione delle dita. In queste circostanze è d'obbligo la terapia chirurgica della malattia che permette, attraverso la rimozione della fascia palmare e il confezionamento di plastiche cutanee, il recupero del corretto range di movimento delle articolazioni interessate dalla deformità. La terapia chirurgica è dunque la sola che permetta la completa guarigione della malattia.
Le tecniche chirurgiche in uso sono essenzialmente l'interruzione semplice percutanea dell'aponeurosi nei tratti cordoniformi e l'asportazione dell'aponeurosi palmare, radicale o limitata ai distretti interessati dal processo patologico.
Le incisioni chirurgiche cutanee possono avere diversi orientamenti a seconda degli autori e a seconda che si preveda alla fine dell'intervento di chiudere completamente il rivestimento tegumentario o di mantenere una piccola area "open" che guarirà per seconda intenzione.
L'intervento viene di solito eseguito in anestesia plessica. Nel post-operatorio si mantiene una medicazione compressiva per qualche giorno, con la mano in scarico venoso. Viene poi iniziato un percorso riabilitativo atto a ridurre l'edema e a recuperare precocemente la mobilità attiva e passiva delle dita.